Per la realizzazione di UniBg OnAir, la web radio dell’Università degli Studi di Bergamo, sono stati coinvolti professionisti affermati. Incontriamo il team che per mesi ha lavorato dietro le quinte per allestire il laboratorio di UniBg OnAir.
Ecco il loro parere, il racconto di come hanno vissuto l’impatto con la realtà della radio accademica.
Luca Viscardi (voce di RTL 102.5 e podcaster):
Contribuire alla rigenerazione della WebRadio dell’Università degli studi di Bergamo è un’avventura entusiasmante. In primo luogo perché si crea un nuovo punto di incontro, condivisione e confronto all’interno dell’ateneo, ma anche e soprattutto perché si contribuisce a tenere viva la cultura della radio e si aiuta a crescere una nuova generazione di comunicatori.
Antonio Dini (giornalista e podcaster):
In questi mesi di lavoro, assieme alle studentesse e agli studenti dell’Università degli studi di Bergamo, siamo riusciti a creare un ambiente altamente collaborativo e produttivo che ha portato alla creazione di una radio di alta qualità. Secondo me UniBg OnAir rappresenta al meglio l’università e la sua missione. Non vedo l’ora che tutti possano ascoltare i programmi e le rubriche della radio creati da studentesse e studenti di grande valore: è un’esperienza che, sono convinto, continuerà a crescere per lungo tempo e a servire con entusiasmo e creatività la comunità universitaria e la città di Bergamo.
Mirko Rossi (designer):
Creare l’immagine per UniBG-OnAir è stato come dare una forma sola a tante voci. Abbiamo reso visibile l’invisibile, fondendo i segni grafici della tradizione a quelli che oggi rappresentano un progetto innovativo e di grande respiro, simbolo di un “luogo” amplificatore di pensieri”.
Fabio Cleto (delegato del Rettore alla web radio di Ateneo):
L’idea di sviluppare una web radio universitaria, o meglio di recuperare un’esperienza di 15 anni fa e di farla rinascere, ci è venuta un anno fa, quando abbiamo iniziato a superare l’emergenza pandemica, e abbiamo constatato alcuni dei suoi effetti meno visibili. La chiusura su di sé, la stanchezza cronica e una rassegnazione, da pigiama 24/7, persino una forma depressiva che aveva investito tutti noi, studenti, docenti, amministrativi. L’università è esperienza di di partecipazione, non di puro atteggiamento funzionale (insegno un corso perché è il mio lavoro, studio perché devo acquisire dei crediti). Era questo l’orizzonte di una crisi che veniva da tempo, e che la pandemia sembrava aver reso definitivo.
Ecco allora l’idea: recuperare un mezzo comunicativo nobile, che ha avvicinato le persone superando le barriere geografiche, fisiche e culturali, e che ha segnato profondamente la storia del 900. Pensiamo a Radio Londra, alle radio libere, alle college radio negli Stati Uniti: episodi che hanno segnato la storia culturale. Un mezzo tradizionale che nella sua forma attuale, digitale, poteva fare da volano per un recupero di partecipazione, segnalando a chi era nella propria stanza, chiuso nel proprio cellulare, che lì vicino c’erano persone che valeva la pena di avvicinare, interessi prossimi ai propri.
Il Rettore Sergio Cavalieri e la Prorettrice alla Comunicazione e Immagine d’Ateneo, Francesca Pasquali, che in passato aveva dato vita all’esperienza di RBG, la prima web radio universitaria, hanno accolto e sostenuto con entusiasmo la mia proposta. Oltre 100 studenti hanno aderito al progetto, da tutti i livelli di formazione: triennale, magistrale, dottorato, Erasmus. Abbiamo identificato un team cui affidarci per l’allestimento degli studi e la formazione degli studenti, professionisti coordinati da Luca Viscardi, un vero esperto nel settore, nota voce di RTL 102.5, già direttore di Number One. Con lui il giornalista e podcaster Antonio Dini, che ha seguito l’elaborazione di podcast e interviste; il musicista Giovanni Schievano che ha realizzato il sound logo, il designer Mirko Rossi che ha creato il logo, il liner e l’identità visiva complessiva del progetto. Una squadra che, devo dire, sta lavorando in modo fantastico.
Ed eccoci a oggi, al laboratorio-cantiere che si apre lunedì 20.03.23. Abbiamo 80 studenti attivamente coinvolti, 30 rubriche, una programmazione 24/7. Che andrà in streaming e che sarà disponibile in podcast. Tanta musica (scelta dalle ragazze e dai ragazzi, più che da noi “boomer”), tanti contenuti che spaziano dall’intrattenimento agli approfondimenti. Cinque ore di diretta in studio e pure dall’estero, in piena notte, in collegamento con l’altro emisfero. Informazione sulla vita universitaria, conferenze, attività delle associazioni unibg così come degli eventi cittadini. Interviste, rubriche divertenti, un oroscopo semiserio, paesaggi sonori, dediche d’amore reale o immaginario che sia, confronti musicali fra generazioni, parole del giorno con cui sfidarsi, telefonate dall’estero con i ragazzi in Erasmus, e così via. Un calderone di vitalità. Vari spazi, spiazzanti e freschi, disegnati con il sorriso di chi si va affacciando alla vita, e proprio perché non ha ancora conquistato molto, ha tutto il tempo e le ragioni dalla propria parte.
Come ascoltarci e come interagire con noi? In alcuni spazi universitari, come il CUS di Dalmine, la radio sarà trasmessa in streaming. E poi, ovviamente, ci troverete in rete. Nei prossimi giorni sarà messa a disposizione una App, sia per iOS sia per Android. È già disponibile il sito web della radio, www.unibgonair.it, accessibile direttamente oltre che sul sito unibg. Oltre a offrire il player della radio in streaming, oltre a dare indicazioni su come contattarci per richieste, messaggi e dediche (via email e WhatsApp, al numero 333 4853196) il sito web diventerà progressivamente uno hub comunicativo della vita universitaria e cittadina. Uno spazio-archivio in cui trovare le puntate precedenti, i podcast, gli incontri con i protagonisti della vita cittadina e le esperienze di studenti di oggi e di ieri. Siamo all’inizio. Come in ogni laboratorio, come in ogni cantiere aperto, ci potranno essere piccoli errori e sbavature, ma per una volta, il futuro è di nuovo davanti ai nostri occhi. Tutto dalla loro parte: di queste ragazze e di questi ragazzi, e di chi vorrà viaggiare con loro.